Sono mutevole come il tempo, leggera come l’aria, forte come una roccia, profonda come il mare.
Sogno ancora ad occhi aperti, mi stupisco e mi tuffo spesso nei miei fantastici pensieri!
Mi attrae il bello, il vero, il giusto...e i sogni.
Il bello in tutte le sue espressioni,
lo sguardo di un bambino come il muso di un bulldog.
Il vero perché
mi pongo senza veli
il giusto perché
rigetto qualsiasi forma di abuso e sopraffazione
i sogni perché
"La nostra morte è più lieve quando non uccidiamo i nostri sogni."
Poesia è riuscire a esprimere l’inesprimibile ed essere compresi.
Non è un modo irriverente di pormi nei confronti del grande Pasolini, estrapolando la sua famosissima frase "La morte non è nel non potere più comunicare, ma nel non potere più essere compresi".
Aveva ben giustificati motivi per esprimersi in quel modo ma affermava anche che la poesia è l’unico bene inconsumabile. Lo diceva a proposito del consumismo da lui fortemente avversato e come tutti ben sappiamo diventato oggetto delle sue furiose battaglie civili che hanno contrassegnato buona parte della sua produzione di scrittore polemista e poeta civile.
Bene inconsumabile diceva Pasolini ma c’è anche chi dice che la poesia non vuole dire niente perché se cerchiamo di trovarci un significato a tutti i costi potremmo rimanere delusi nel senso che una poesia ha diversi livelli di comprensione e ciascuno deve trovarvi quello che non sempre è immediato ma va letto nelle pieghe dei versi, con le percezioni sensoriali di cui disponiamo.
Ecco perché il vero significato non esiste o il suo significato paradossalmente sta nel suo non significato.
La nostra morte è più lieve quando non uccidiamo i nostri sogni è una frase che avevo scritto tempo prima di scoprire in me una vena poetica che avrebbe preso corpo più tardi.
Un’intuizione che forse già preludeva al bisogno di non farmi sommergere da una realtà disturbante ma di affrontarla senza filtri né censure individuando al suo interno una possibilità per l’uomo di modificarla in un altrove atteso.
Ma cos’è l’altrove? Secondo qualsiasi dizionario di lingua, sta ad indicare in altro luogo ma secondo me l’altrove non significa evasione, fuga dalla realtà ma lo spazio in cui la realtà può ricomporsi e aderire a un ideale di bellezza.
La poesia è lingua invisibile e non potrà mai essere esercizio letterario ma deve rispondere al linguaggio del cuore e contenere autentica partecipazione emotiva.
Chi è il poeta se non colui che guarda?
Guarda con l’anima, i sensi, si fa trafiggere da ogni luce che filtra da un pertugio. Non è mai stanco, la stanchezza gli nuoce, gli impedisce di cogliere il bocciolo che scoppia, le goccioline argentee di rugiada, i colori fantasmagorici delle farfalle, l’odore della pioggia, i tocchi del vento.
Come un entomologo osserva, scruta, raccoglie, seleziona e poi sparge in versi.
Ogni parola è viva, si fa carne, sangue, sudore, sfinisce e imbratta la tela del niente, una fioritura di lemmi dai molteplici significati.
il poeta si sveglia nel cuore della notte a fissare un’intuizione che il silenzio notturno amplifica in un viaggio tra sogno e reale, in cui l’io nascosto fa scorrere la linfa più sincera, dimentica del razionale che inchioda alla realtà.
È uno strenuo combattente il poeta, nulla gli sfugge, guarda il mondo capovolto con l’innocenza del fanciullo e lo sguardo severo del padre.
Vive dentro e al di là di sé stesso, fingendosi inconsapevole ogni volta che la consapevolezza lo ferisce e rende impotente. lf
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Anime Intrecciate
Silloge poetica
pubblicazione dicembre 2014 -
Un'altra Luce
Silloge poetica
pubblicazione febbraio 2017 -
Teresa e Blanca
Romanzo
pubblicazione maggio 2018
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L'Altrove atteso
Raccolta poesie
pubblicazione marzo 2019
Reading poetico - Codroipo - settembre 2017
Un'altra luce
Presentazione "Un'Altra Luce" presso il Salone del Consiglio a Palazzo Belgrado della Provincia di UdineA chi mi chiede cosa sia la poesia, la mia risposta è luce.
E Un’altra Luce non è altro che l’appendice, o meglio il seguito di Anime intrecciate, dove tra i tanti temi, l’amore spicca attraverso un’aggettivazione ricca di sfumature che pennellano il mio universo emozionale.
Emozioni che scaturiscono da un’interiorità vissuta nella sua interezza con sguardo attento alla realtà percepita a pori aperti dove ogni evento legato alla quotidianità e alla complessità del mondo dagli scenari inquietanti diventa ispirazione poetica e momento di riflessione.
Poesia dunque come urgenza per esprimere sensazioni e immagini interiorizzate di una realtà disturbante.
Poesia infine come atto liberatorio, necessità di raccontare situazioni ed eventi mai filtrati e accomodati alla logica del cosa dire e come dire. Non c’è mediazione, autocensura ma le parole spuntano come fiori perché anche davanti agli orrori, alle macerie di una vita, delusioni, illusioni, la speranza trova sempre una piccola zolla per fiorire.
La mia è una lirica in cui emerge una personalità dalle mille sfaccettature e in cui la sensibilità e la fragilità sono controbilanciate dalla forza e perseveranza, elementi fondanti della mia esperienza di donna.
Gli eventi, le situazioni e i tanti personaggi descritti sono la fitta trama e ordito del nostro tessuto esperenziale come i moti dell’animo, declinati in tutte le forme possibili e in cui tutti si possono riconoscere.
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Ogni tanto ti seguo, ti leggo nel blog...e allora ti rinnovo i mei più affettuosi saluti Loretta! Marco